spallièra

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sf. [sec. XIV; da spalla].

1) Schienale di sedia, di poltrona, di divano e sim.: spalliera artisticamente intagliata. § Questa parte del sedile, sia di sedie sia di poltrone, costituì nel sec. XVIII l'elemento più privilegiato dall'estro creativo di disegnatori e di artigiani, sviluppandosi in una ricca varietà di forme (rettangolare, quadrangolare, tonda, ovale) e di disegni (a medaglione, a lira, a cestino o corbeille, a fascio di verghe, a mongolfiera) rispettando però sempre l'armonia dei mobili di un ambiente. Particolarmente interessanti furono le creazioni degli stilisti inglesi, a iniziare da Th. Chippendale, cui si devono alcuni tipi originali in legno traforato, come quello a scala, disegno ripreso in seguito con genialità da C. R. Mackintosh nella celebre sedia ad altissima spalliera a fuselli orizzontali. Nel Settecento inglese, oltre alla spalliera a nodo di nastro (a traforo) e ai vari tipi alla “cinese” (con tralicci), popolari, nella medesima tecnica “a giorno”, furono i tipi a disegno di cuore e di scudo, secondo lo stile dettato da G. Hepplewhite, che assieme a Th. Sheraton diffuse anche il tipo a disegno di lira, che ebbe grande diffusione in America attraverso le creazioni di D. Phyfe.

2) Parte più alta del letto, posta verticalmente alle sue estremità; testata.

3) Forma di allevamento d'alberi da frutto nella quale i rami, fissati a fili orizzontali tesi su un muro o su un'impalcatura, vengono tenuti a cordoni orizzontali, verticali o diagonali incrociati.

4) Nella ginnastica, spalliera svedese, uno dei grandi attrezzi da palestra simile a una scala a pioli molto larga su cui gli atleti eseguono esercizi vari.