sgranatrìce

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sf. [sec. XIX; da sgranare1].

1) Macchina per la sgranatura delle spighe di mais, azionata meccanicamente da motore elettrico o mediante cinghia collegata alla puleggia della trattrice. I tipi più semplici derivano dagli sgranatoi manuali a disco e hanno due-sei bocche d'alimentazione. Modelli più complessi e a maggior capacità produttiva sono le sgranatrici a cilindro, il cui organo operatore è un cilindro battitore, fornito di denti di diversa lunghezza, rotante a velocità elevata entro un controbattitore, anch'esso cilindrico, fatto con lamiera forata o con sbarre longitudinali parallele all'asse del battitore. Dai fori del controbattitore la granella cade in un crivello, dove una corrente d'aria prodotta da un ventilatore allontana pula, polvere e barbe. Il tutto è completato da coclee trasportatrici, elevatori ecc.

2) Macchina che serve a separare le fibre del cotone dai semi (ginnatura), costituita essenzialmente da una tramoggia la cui parte inferiore è formata da sbarrette fra le quali passano dischi rotanti con bordo a denti di sega. Le capsule frantumate vengono immesse nella tramoggia: le fibre sono staccate dai semi grazie ai denti dei dischi e trascinate in basso; semi e frammenti lignei rimangono nella tramoggia che viene periodicamente liberata. Più efficienti le sgranatrici a cilindro: questo è provvisto di dischi di cuoio che sfiorano due coltelli longitudinali animati di moto alternativo di pressione sul cilindro; i fiocchi di cotone, convogliati sul cilindro da un nastro senza fine, vengono sfioccati separando i semi, che restano sul nastro, e le fibre, che vengono asportate da speciali spazzole in corrente d'aria.

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