séte
IndiceLessico
Sf. [sec. XIII; latino sitis].
1) Sensazione provocata dall'impoverimento idrico del sangue e dei tessuti dell'organismo che viene abolita con l'introduzione di un'adeguata quantità di acqua. Per iperbole, morire di sete, avere un gran desiderio di bere. Per estensione, bisogno di acqua: la terra ha sete.
2) Fig., desiderio intenso, avidità, brama: sete di sapere; sete di ricchezze.
Fisiologia
A differenza della fame, che diminuisce e scompare durante il digiuno prolungato, la sensazione della sete si accentua progressivamente nel corso del digiuno idrico fino a diventare insopportabile. Il meccanismo fisiologico che negli animali superiori determina l'assunzione di liquidi è regolato dall'ipotalamo, dove esistono recettori particolari (osmocettori), cellule che vengono stimolate dall'aumento della pressione osmotica, cioè della concentrazione dei liquidi dell'organismo. La risposta a questi stimoli è costituita dalla comparsa della sensazione di sete. È oggi noto che non solo la concentrazione, ma anche la diminuzione della massa liquida extra-cellulare genera la sete. La sensazione della sete viene depressa o abolita in seguito a lesioni cerebrali e alla perdita della coscienza; in tali circostanze, continuando la perdita di liquidi attraverso il rene e la traspirazione cutanea, l'organismo tende a disidratarsi e compaiono gravi alterazioni metaboliche e circolatorie qualora l'equilibrio idrico non venga prontamente ripristinato. La sete può essere un sintomo di numerosi stati morbosi, principalmente di tutti quelli che causano disidratazione dell'organismo, come per esempio il vomito e la diarrea intensi, il diabete e alcune malattie del rene. D'altra parte la sete può anche essere un sintomo patologico, come nelle alterazioni primitive dei meccanismi regolatori dell'assunzione dei liquidi a sede ipotalamica (soprattutto tumori) oppure in alcuni rari casi di sete eccessiva da disturbo psicogeno.