renitènza

sf. [sec. XIII; da renitente]. L'essere renitente, l'essere riluttante a fare qualche cosa, soprattutto in senso morale: renitenza a ubbidire, a cedere, a seguire i consigli altrui. § In diritto, rifiuto di compiere un'attività processuale da parte di un soggetto che vi è obbligato. La renitenza dell'imputato si verifica quando non si presenta all'interrogatorio del giudice senza un legittimo impedimento. In tal caso gli atti gli sono notificati in cancelleria e di ciò è avvisato il difensore. La renitenza del testimone civile si ha quando, pur regolarmente citato, non si presenta al giudice istruttore. Questi può ordinare una nuova intimazione o disporre che sia accompagnato dalla forza pubblica e condannarlo al pagamento di una pena pecuniaria. La renitenza del testimone, del perito, dell'interprete e del custode nel processo penale è il reato di chi ottiene con mezzi fraudolenti l'esenzione dall'obbligo di comparire o di prestare il proprio ufficio. È punita con la reclusione fino a sei mesi o con la multa. § Fino all'entrata in vigore (1 gennaio 2007) del decreto legislativo 8 maggio 2001 che prevede la sospensione del servizio obbligatorio di leva, in diritto militare è considerato renitente: l'iscritto di leva che senza legittimo motivo non si presenti all'esame personale nel giorno prefissato o che, trovandosi all'estero, non regoli la sua posizione di leva nei termini all'uopo fissati; l'iscritto che, pur essendosi presentato al Consiglio di leva, non adempia all'obbligo di sottoporsi all'esame personale; l'iscritto che, trovandosi in navigazione o impegnato in campagne di pesca periodica, non regoli la sua posizione di leva nei termini fissati dalla legge; il marinaio mercantile, non militare in congedo, che si sottragga all'arruolamento eccezionale previsto dalla legge. La dichiarazione di renitenza è pronunciata dal Consiglio di leva e la lista dei renitenti viene pubblicata nell'albo pretorio dei Comuni interessati. Il reato di renitenza è punito con la reclusione da uno a due anni ed è giudicato dalla magistratura ordinaria (tribunale).