pressurizzazióne
sf. [da pressurizzare]. Tecnica utilizzata per consentire il volo a quote elevate. È basata sull'impiego di apparecchiature che, alimentando con aria a opportuna pressione le sezioni abitate della fusoliera a tenuta stagna, permettono di mantenere gli occupanti a pressioni apprezzabilmente più elevate di quelle corrispondenti alle quote di volo. I primi esperimenti di pressurizzazione furono realizzati dalla Junkers, il cui Ju 49 volò per la prima volta, il 2 ottobre 1931, fino a 10.000 m di quota. Il primo aereo di linea munito di cabina pressurizzata fu il quadrimotore Boeing 307 Stratoliner (1938), capace di una trentina di passeggeri. La pressurizzazione è oggi largamente diffusa, anche su aerei di peso e dimensioni relativamente modesti, e consente di volare al di sopra delle zone più perturbate dell'atmosfera. Sfruttando aria prelevata dai compressori dei turbopropulsori, oppure portata alla pressione voluta da appositi compressori, deumidificata e raffreddata, si può mantenere nell'interno della cabina la pressione di quota 0, fino a quote di volo sui 7000 m, e la pressione che esiste a 2500 m, nel volo a quote sui 10.000-12.000 m. I carichi che la pressurizzazione induce sulle strutture delle fusoliere sono considerevoli e la necessità di contenere il più possibile le sollecitazioni nel fasciame delle stesse ha portato all'universale adozione di sezioni circolari, singole o bilobe, con finestre collegate dal pavimento della cabina che funge da tirante, che evitano il manifestarsi di sollecitazioni flessionali. Ciò nonostante le cabine pressurizzate sono state causa di seri problemi strutturali, poiché il susseguirsi delle alternanze delle sollecitazioni dovute ai carichi determinati dalla pressurizzazione, durante le salite in quota all'inizio di ciascun volo e le successive discese, ha portato talvolta a fenomeni di fatica (esaltati dalle concentrazioni di sollecitazioni in alcune sezioni della struttura) che hanno provocato l'esplosione in volo di alcuni velivoli.