pioppicoltura
sf. [sec. XX; da pioppo+coltura]. Coltivazione del pioppo. La pianta del pioppo reagisce favorevolmente alle pratiche agronomiche (irrigazione, lavorazione del terreno, ecc.), per cui si presta ottimamente a essere coltivata. Si distinguono vari tipi di pioppicoltura: quelle specializzate (in pieno campo); quelle di ripa (limitate a filari lungo i fossi, le strade, ecc.); quelle a ciuffi (con superficie molto ridotta). Nelle colture in pieno campo il terreno deve essere accuratamente preparato con arature, eventualmente precedute da spianamento, per agevolare il deflusso delle acque; molto importante è la concimazione. Per ottenere fusti di buona qualità è pure indispensabile la potatura, che si inizia il 4º oppure il 5º anno dopo l'impianto, e si porta avanti gradualmente, per evitare di impoverire bruscamente la chioma. Pur occupando meno del 2% della superficie delle foreste nazionali (che ammontano a ca. 6 milioni di ha di bosco), la pioppicoltura, per lo più concentrata nella pianura padano-veneta, fornisce il 50% del legname nazionale (3,4 milioni di m3 sui 7 milioni totali).