pinot

sm. francese [da pin, pino, per la somiglianza del grappolo con la pigna]. Importante gruppo di vitigni originari della Francia, che fin dalla più remota antichità hanno costituito la fama di regioni vinicole quali la Borgogna e la Champagne; sono assai diffusi anche in Italia, specie nelle province del Nord, con risultati vari da luogo a luogo; in località adatte però la qualità dell'uva riesce ottima e se ne ottengono vini molto profumati, delicati e armonici, dal caratteristico sapore amarognolo. In particolare il pinot bianco ha trovato condizioni ideali nel Trentino-Alto Adige e in Friuli; il vino da esso prodotto è un ottimo vino da pesce, di color paglierino verdognolo, secco, con profumo di sottobosco, sugli 11/12 gradi; il pinot grigio (Fauvet, Burgunder o Rulaender) anch'esso assai diffuso in Alto Adige e in Veneto, dove dà vini di gran classe: di color oro vecchio tendente al rosa o al cenere; aromatici, asciutti, sugli 11 gradi, sono vini da pesce per eccellenza. Il pinot nero, che in Alto Adige dà un ottimo vino da arrosto di color rubino scuro, profumato di vainiglia e di fragola, si è da qui diffuso anche nell'Oltrepò Pavese, dove, vinificato in bianco e invecchiato per lungo tempo, diventa un grande vino da antipasti, oppure, usando il metodo Champenois, un profumato e gradevolissimo spumante. Il pinot nero precoce o pinot (Madeleine) è il vitigno che ha reso famose le vigne di Ischia: produce tre volte l'anno e l'uva è buona anche da tavola. Oltre a quelle citate, esistono altre varietà pinot meno importanti e diffuse solo localmente, quali il pinot violetto e il pinot Teinturier.

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