patarìa
Indicesf. [forse dal milanese patée, rigattiere, straccione]. Movimento popolare sorto nella seconda metà del sec. XI in Lombardia e in particolare a Milano con intenti di riforma ecclesiastica. Opponendosi all'alto clero e alla ricca nobiltà legata a esso, la pataria esigeva l'attuazione dei decreti contro la simonia e il concubinaggio. In antagonismo con il partito imperiale alleato dell'alto clero, la pataria ebbe come esponenti le personalità che Enrico III aveva respinto alla successione del vescovo di Milano Ariberto d'Intimiano nel 1045: Arialdo da Carimate, Landolfo Cotta, Anselmo da Baggio. Scomunicati dall'arcivescovo di Milano Guido da Velate, i capi della pataria furono invece assolti dal legato pontificio Pier Damiani, e ottennero un valido sostegno dal papato sotto Stefano IX, quando questi inviò a Milano Ildebrando (1057). Nel 1059 la pataria riuscì a far rispettare dal clero milanese gli obblighi ecclesiastici, e nel 1061, con l'elezione al soglio pontificio di Anselmo da Baggio (Alessandro II), riprese duramente la lotta contro il partito imperiale, il quale nominò l'antipapa Onorio II. A Milano l'arcivescovo Guido lasciò rinascere nel clero il malcostume di prima, anzi passò all'attacco contro la pataria, accusandola di eresia e assimilandola ai catari. Frattanto Erlembaldo, morto Arialdo suo fratello, gli succedette nell'attività riformatrice, dandole però una piattaforma più dichiaratamente politica. La lotta divenne acutissima: Erlembaldo, ricevuta l'investitura di “difensore della Chiesa” da papa Alessandro II, sollevò il popolo milanese contro l'arcivescovo, costringendolo ad abbandonare la città. Questi rispose con l'interdetto, ma nel 1071 rinunciava alla sede arcivescovile. A Milano si ebbero allora due arcivescovi, uno di nomina papale, l'altro di nomina imperiale. Il partito imperiale parve riguadagnare terreno, specialmente dopo la morte di Erlembaldo (1075); la città ritornò all'obbedienza all'Impero. Ma le basi del partito imperiale erano ormai definitivamente minate dai gravi danni subiti dall'aristocrazia milanese durante la guerra civile. D'altronde la riforma religiosa, sebbene contrastata, procedeva e in campo politico le varie esperienze democratiche compiute al tempo della pataria davano ora i loro frutti avviando Milano verso le libertà comunali.
C. Violante, La Pataria milanese e la riforma ecclesiastica, Roma, 1955; G. Zanella, Itinerari ereticali, Roma, 1986.