Gregòrio VII

(al secolo Ildebrando Aldobrandeschi), papa, santo (Rovaco di Soana ca. 1020-Salerno 1085). Fu monaco a Cluny, dopo aver seguito Gregorio VI nel suo esilio in Germania. Ritornato a Roma, dove era stato educato, con Leone IX, rivestì importanti incarichi ecclesiastici esercitando un'influenza determinante sulla politica riformatrice dei papi suoi predecessori: in particolare, ispirò i provvedimenti adottati nel Sinodo lateranense del 1059 contro il matrimonio dei chierici e le ingerenze del potere laico nell'elezione pontificia e nelle investiture vescovili. Eletto papa nel 1073, tentò l'attuazione più rigorosa del programma di riforma che, originatosi nel monachesimo cluniacense, si trasformò sotto la sua guida nel programma di universale supremazia papale entro la Chiesa e sopra il potere temporale, teorizzato nel Dictatus papae> del 1075. Nei due sinodi romani del 1074 e del 1075, Gregorio VII riprese le decisioni dei sinodi precedenti circa il celibato del clero e le investiture vescovili. Mentre il celibato ecclesiastico venne imposto nei fatti per lo meno in Germania (nel resto dell'Europa si generalizzò solo verso la fine del Medioevo), per le investiture si accese, tra il papa e l'imperatore Enrico IV, una lotta durissima: deposto da Enrico (sinodo di Worms 1076), il papa scomunicò l'imperatore e sciolse i suoi sudditi dal vincolo dell'obbedienza, costringendolo al pellegrinaggio a Canossa (1077), ma non sottomettendolo. Nel 1084, Enrico assediò Gregorio VII in Castel Sant'Angelo, insediò un antipapa dal quale si fece incoronare imperatore e venne allontanato soltanto dal normanno Roberto il Guiscardo che, dopo il sacco di Roma, condusse con sé Gregorio VII a Salerno, dove il papa morì esule il 25 maggio. Canonizzato nel 1606, la sua festa cade il 25 maggio.

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