ovulazióne
sf. [da ovulo]. Espulsione della cellula uovo e del cumulo ooforo dall'ovario, in seguito alla rottura del follicolo di Graaf e della parete ovarica. Con l'ovulazione le uova passano dall'ovario alla cavità addominale e da qui vengono raccolte dall'estremità dell'ovidotto. Le uova avanzano lungo l'ovidotto grazie ai movimenti peristaltici della parete muscolare e grazie al battito delle ciglia che ne rivestono il lume. Gli ovidotti possono sfociare direttamente all'esterno oppure nell'utero, dotto terminale in cui si sviluppa l'embrione. L'ovulazione è determinata e regolata da ormoni ipofisari e ovarici e avviene in sincronia con il ciclo uterino. In seguito all'azione della gonadotropina A il follicolo ovarico evolve, aumenta di volume – il diametro può arrivare a 10 mm – e diventa vescicoloso, riempiendosi di liquido in cui sporge la cellula uovo, circondata da un gruppo di cellule (cumulo ooforo). La gonadotropina B stimola nel follicolo la produzione di estrogeni, che producono la proliferazione della mucosa uterina in cui l'uovo, se fecondato, dovrà annidarsi. Il follicolo, detto ora follicolo di Graaf, si porta alla superficie dell'ovario; qui si forma uno stigma, cioè un punto in cui le due membrane connettivali, formatesi per contenere la spinta interna follicolare, si assottigliano e si lacerano: uovo e cumulo ooforo vengono espulsi e avviati verso le vie genitali interne. Espulso l'uovo, la parete del follicolo si affloscia e si riorganizza a formare il corpo luteo, organo endocrino che secerne ormoni (progesterone) che stimolano la secrezione uterina. Se non avviene la fecondazione, il corpo luteo regredisce. Nella specie umana (e in tutti i Mammiferi che hanno gravidanza unica) con l'ovulazione viene espulso un solo uovo o da una ovaia o dall'altra. Nelle specie a gravidanza multipla, invece, vengono espulse più uova dalle due ovaie e avviate ai corni uterini. In patologia, la sospensione o cessazione dell'ovulazione è detta anovulazione.