orientalizzante

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agg. [ppr. di orientalizzare]. Proprio della produzione artistica sviluppatasi in Grecia, nelle colonie greche dell'Italia meridionale e in alcune zone dell'Italia centro-settentrionale (Etruria, Piceno, area atestina, ecc.) durante il periodo della colonizzazione fenicia e greca (sec. VIII-VII a. C., ma a Corinto e a Creta ancor prima) allorché nuovi prodotti artistici (bronzi, avori, oreficerie) e nuovi schemi decorativi e figurativi affluirono dall'Oriente tramite le colonie ioniche, Cipro e gli empori commerciali della Siria. L'ornato geometrico fu sostituito da quello fitomorfo (palmette, volute, rosette, fiori di loto, ecc.) e prevalsero la decorazione con file di animali reali o fantastici (capre, tori, leoni, sfingi) e la predilezione per esseri demoniaci o divini. Le reazioni locali alla corrente orientalizzante furono diverse, pur nella sostanziale unità decorativa. A Corinto fiorì la ceramica “protocorinzia” di stile orientalizzante e di gusto miniaturistico, mentre ad Atene si ebbe la ceramica “protoattica” che alla decorazione orientalizzante univa l'interesse per il mito, l'epos e la figura umana. La produzione di ceramica orientalizzante fiorì a Rodi, Samo, Chio, nelle Cicladi, nell'Eubea, in Beozia, in Sicilia, nell'Italia meridionale. Bronzi, oreficerie e avori di stile orientalizzante si diffusero in Grecia ma soprattutto in Etruria (Cerveteri). Nella plastica l'influsso orientale stimolò il sorgere della grande scultura greca di stile dedalico. Dai bronzetti e dalle statuette fittili si passò alla grande scultura in pietra e ai primi koûroi. Nonostante la nuova fioritura dell'arte greca arcaica, il gusto orientalizzante si prolungò nel sec. VI a. C. nei prodotti di larga esportazione (ceramica corinzia) e in quelli delle aree periferiche (Etruria e Valle Padana).

Bibliografia

P. Demargne, La Crète dédalique, Parigi, 1947; Th. Bossert, Altsyrien, Tubinga, 1951; G. Rizza, V. Scrinari, Il santuario sull'acropoli di Gortina, Roma, 1968; F. Canciani, Bronzi orientali ed orientalizzanti a Creta nell'8º e 7º sec. a. C., Roma, 1970; W. Fuchs, Storia della scultura greca, Milano, 1982.

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