muralismo
sm. [da murale]. Termine con cui si indica la pittura murale, riferendolo soprattutto alla grande tradizione messicana scaturita dalla rivoluzione e dalle rivendicazioni sociali del 1910, che ebbe i suoi più alti interpreti in J. C. Orozco, D. Rivera e D. A. Siqueiros (epigono ne è R. Tamayo). La pittura murale ha avuto manifestazioni, sempre riconducibili più che a esigenze di ordine estetico a sollecitazioni politiche e sociali, anche negli Stati Uniti, dove tuttavia tali espressioni non ebbero lunga stagione, sostituite successivamente (1973) dalla moda dei graffiti. Più aderente all'espressione visiva e plastica del muralismo è l'esperienza dei “muri d'autore” attuata a Milano negli anni Settanta. Sorto con l'intento di inserire le espressioni dell'arte contemporanea nel vivo del tessuto urbanistico, il muralismo ha poi assunto, sull'esempio di esperienze sudamericane, una dimensione di intervento politico.