mièle
(poetico mèle), sm. [sec. XIV; latino mel mellis]. Prodotto naturale elaborato da diversi insetti imenotteri, soprattutto dalle api, a partire dal nettare prelevato dai fiori: caramelle al miele; color miele, giallo ambrato. Frequente in similitudini e loc. fig. per indicare dolcezza e soavità: dolce come il miele; una donna tutta miele; navigare nel miele, versare in perfetta beatitudine; luna di miele; talvolta può esprimere una sfumatura di sdolcinatezza o d'ipocrisia: mascherava l'invidia con parole di miele. § Il miele si presenta come un liquido trasparente, più o meno denso, di aspetto sciropposo, di colore variabile da bianco-giallognolo fino a rossastro, di odore grato e sapore dolce, più o meno aromatico secondo l'origine del nettare, costituito per oltre il 70% da zucchero invertito, miscela di glucosio e fruttosio, da piccole quantità di saccarosio, destrine, sostanze aromatiche, residui di polline, ecc., e da acqua per meno del 20%. La trasformazione del nettare in miele nell'apparato digerente dell'ape avviene per idrolisi del saccarosio compiuta dall'invertasi prodotta dall'insetto e comporta una sensibile perdita di acqua. Il miele costituisce un alimento di notevole valore energetico e di facile digeribilità; può essere consumato direttamente oppure impiegato in pasticceria e nella preparazione di alcuni liquori; in farmacia, previa adeguata depurazione e chiarificazione, è usato come edulcorante, emolliente e blando lassativo.