metallizzazióne
sf. [sec. XIX; da metallizzare]. Processo di ricoprimento di una superficie di un materiale base (metallo o lega, vetro, legno, materie plastiche, stoffa, carta, ecc.) con uno strato aderente di metallo. Può essere realizzata per immersione, a spruzzo, per evaporazione, per via galvanica, per via chimica. Lo scopo dell'operazione può essere la protezione di un metallo contro la corrosione (zincatura, ramatura, alluminatura, ecc.), la protezione contro l'usura, il conferimento o il miglioramento di caratteristiche elettriche superficiali, il conferimento di caratteristiche riflettenti, il raggiungimento di un effetto decorativo, ecc. La metallizzazione per immersione si ottiene immergendo il pezzo da metallizzare, previa preparazione delle superfici, in un bagno fuso del metallo di ricoprimento. La metallizzazione a spruzzo consiste nel proiettare contro la superficie da trattare il metallo fuso sotto forma di goccioline, a opera di una pistola di metallizzazione che può essere a fiamma ossiacetilenica, all'arco elettrico o all'arco-plasma. Nel tipo a fiamma ossiacetilenica il metallo di ricoprimento, in forma di filo o di polvere, viene fuso e proiettato dalla fiamma stessa contro la superficie da ricoprire; in quella all'arco elettrico il metallo è fuso dall'arco ed è spruzzato mediante aria o gas inerte compresso; nella pistola all'arco-plasma, utilizzata soprattutto per ricoprimenti con metalli refrattari, il metallo è iniettato nella torcia sotto forma di polvere ed è fuso e spruzzato da un getto di plasma. La metallizzazione per evaporazione consiste nel riscaldare sotto vuoto il metallo oltre il suo punto di fusione così da farlo vaporizzare, e nel far depositare il vapore sulla superficie da metallizzare. La metallizzazione per via galvanica consiste in una deposizione metallica elettrolitica, mentre quella per via chimica avviene mediante un processo di riduzione.