magister
sm. latino (propr. capo, sovrintendente). Nel diritto romano, colui che presiedeva a determinate funzioni pubbliche; in particolare: magister equitum, l'ausiliario del re e poi del dittatore nel comando della cavalleria; magister populi, ausiliario del re nel comando delle truppe a piedi; magister sacrorum, chiamato a presiedere il compimento dei sacrifici. Durante l'Impero: magister officiorum, uno dei più alti funzionari dell'amministrazione centrale, che assommava in sé funzioni di sovrintendenza agli uffici centrali, di comando delle milizie di corte e degli agenti di polizia, di presidenza del consistorium principis in assenza dell'imperatore. Sempre nello stesso periodo si parla di magistri militum quali comandanti militari dell'esercito campale mobile (exercitus praesentialis). Nella Germania medievale magister curiae, titolo del funzionario che sovrintendeva all'amministrazione della Corte. Sino al sec. XV poteva anche rappresentare il sovrano nei tribunali. § Nell'architettura medievale, magister operis, la persona cui era affidata la responsabilità del complessivo andamento dei lavori di un cantiere. Capomastro e insieme progettista, il magister operis anticipa alcuni aspetti della figura dell'architetto rinascimentale.