gesuitismo
sm. [sec. XVII; da gesuita]. Spregiativo, ipocrisia, dissimulazione; forma di comportamento ambiguo e falso; anche caratteristica artificiosa di uno stile letterario, in particolare dell'età barocca. Questo significato peggiorativo del termine è da riferirsi alle polemiche sorte nei sec. XVII e XVIII fra rigoristi (fra cui anche i giansenisti) e i gesuiti, fautori in morale di una casistica che indulgeva al probabilismo e al lassismo. I rigoristi trovavano ipocrita il contegno dei teologi gesuiti, che sminuivano, a loro parere, la gravità del peccato con l'uso eccessivo della restrizione mentale e di sottili quanto futili distinguo allo scopo di meglio inserirsi nelle posizioni di potere con colpevoli accondiscendenze. Contro il gesuitismo scrisse con chiarezza B. Pascal nelle lettere note come Le provinciali.