eroicòmico

agg. (pl. m. -ci) [sec. XVII; da eroico+comico]. Che è caratterizzato da aspetti eroici e comici; anche che tende a volgere in comico l'eroico: poema eroicomico, genere letterario tipico della poesia italiana del Seicento. § Nato, come dice la parola stessa, dalla commistione di elementi epici con elementi comici, il poema eroicomico finisce per essere la deformazione parodistica del poema epico cavalleresco tradizionale, consacrandone il definitivo tramonto. Modelli antichi sono la Batracomiomachia e il Margite, opere attribuite arbitrariamente a Omero. Preannunciato dai modi realistici e maliziosi del Morgante di L. Pulci e dalla grande epopea maccheronica del Baldus di T. Folengo, ebbe nella Secchia Rapita (1622) di A. Tassoni il primo e più tipico esempio (in precedenza, nel 1618, F. Bracciolini aveva pubblicato Lo scherno degli dei. Nacque quindi la polemica su chi si dovesse considerare l'iniziatore del genere: sembra comunque che Bracciolini conoscesse, manoscritta, l'opera del Tassoni). Fra gli altri poemi eroicomici del tempo si ricordano: Il Torracchione desolato di B. Corsini, Il Catorcio d'Anghiari di F. Nomi, L'asino di Carlo de' Dottori, Il Malmantile racquistato di L. Lippi. Il genere ebbe fortuna anche presso gli scrittori dialettali del secolo (G. C. Cortese scrisse la Vajasseide e il Micco Passaro in dialetto napoletano); il Meli, nel secolo successivo, compilò il Don Chisciotti e Sanciu Panza in dialetto siciliano.

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora