erisìpela
(popolare eresìpela), sf. [sec. XVI; dal latino erysipĕlas]. Malattia infettiva, considerata una piodermite linfangioitica, sostenuta dallo Streptococcus pyogenes. Dopo un periodo di incubazione di 1-3 giorni, inizia con febbre elevata (39-40 °C), talora accompagnata da brividi. Nella zona dove si renderà visibile la placca cutanea (più spesso sulle gambe, e frequentemente anche al volto e alle braccia), si ha prurito, poi la cute diviene rossa, calda, lucida, dolente, edematosa, con un margine netto e irregolare, a gradino verso la parte sana. Talora si formano bolle a contenuto chiaro, leggermente xantocromico, che rompendosi danno luogo a croste. È presente una linfoadenite regionale. La flogosi cellulare superficiale può portare a una elefantiasi sintomatica per ostruzione dei vasi linfatici regionali. Talora l'infezione può originare da lesioni cutanee da Tinea pedis cronica. Nel sangue si riscontra un sensibile aumento dei leucociti. Se non viene curata, la malattia può durare da 4 giorni a più settimane. Le possibili complicazioni sono: ascessi, cellulite, albuminuria (fino al 10%), nefrite e polmonite. L'esame obiettivo e le caratteristiche della lesione di solito sono sufficienti per la diagnosi. È difficile isolare il microrganismo dalla sede della lesione, mentre in alcuni casi può essere utile l'emocoltura. La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici. Viene consigliato il riposo e possono essere effettuati trattamenti locali con impacchi freddi e a base di analgesici, per attenuare i sintomi.