epatoprotettóre
agg. e sm. (f. -trice) [epato-+protettore]. Farmaco impiegato nella profilassi e nella terapia delle disfunzioni epatiche e per proteggere il fegato dall'azione lesiva di agenti tossici di natura endogena o esogena. Tra gli epatoprotettori vanno ricordati: i riattivatori delle capacità metabolizzanti e disintossicanti del fegato, i quali stimolano la sintesi o l'attività degli enzimi epatici deputati alla distruzione delle sostanze tossiche (p. es. l'acido UDP-glucuronico, il glucurono-lattone, alcuni amminoacidi quali la glicocolla, la metionina, la cisteina, l'ornitina, l'arginina, le vitamine e i coenzimi del complesso B, l'adenosintrifosfato o ATP); le sostanze stimolanti il trofismo delle cellule epatiche sane o disfunzionanti che, dette più propriamente epatotrofe, comprendono il glucosio-1-fosfato, il levulosio, le vitamine A e E, l'acido orotico, gli steroidianabolizzanti orali, l'acido folico, gli idrolisati proteici, gli estratti epatici; i farmaci che prevengono e combattono le disfunzioni epatiche di natura degenerativa e steatonecrotica, tra cui gli amminoacidi e i polipeptidi solforati, e gli agenti lipotropi quali la colina, la fosforil-colina, la colamina, l'inositolo, la metionina, la betaina, le metilxantine.