epìstola
IndiceDescrizione generale
sf. [sec. XIII; dal greco epistolḗ, tramite il latino epistŏla o epistŭla].
Lettera nobile ed elevata nello stile e nel contenuto: le epistole di Cicerone; per estensione, scherzoso, lettera lunga e noiosa. In particolare, nel linguaggio ecclesiastico, ciascuna delle lettere degli Apostoli comprese nel Nuovo Testamento; per estensione, la parte della messa, prima del Vangelo, in cui si leggono brani della Sacra Scrittura, tratti prevalentemente dalle lettere degli Apostoli, soprattutto da San Paolo. Il compito di leggere l'epistola un tempo spettava al suddiacono, ora è affidato a un lettore o all'accolito, o a un semplice fedele, uomo o donna.
Letteratura
L'epistola assunse forma letteraria nel mondo romano, dove la vastità del dominio rendeva necessario lo scambio di lettere di carattere ufficiale. In un secondo tempo, per l'usanza dell'epistola come veicolo di scambio di opinioni a carattere letterario, filosofico, ecc., divenne quasi un genere letterario regolato da consuetudini di tipo stilistico e retorico. Le prime a essere pubblicate come opera a sé (epistolario) furono quelle di Aristotele (sec. V a. C.), a noi non pervenute, mentre nel mondo latino grande importanza ebbero quelle di Cicerone, Seneca, Plinio il Giovane. Fra i latini acquistò una precisa fisionomia anche l'epistola in versi, di carattere amoroso o morale, con Ovidio, Orazio, Catullo, Properzio. Famosa l'Epistola ai Pisoni di Orazio, detta anche . Il genere ebbe nuova fioritura in Italia nel sec. XVIII con C. I. Frugoni e, soprattutto, in Francia, dove, nel sec. XVI, C. Marot per primo fece dell'epistola (épître) un'opera sincera e personale e La Pléiade le ridiede dignità classica. Le epistole di La Fontaine, che pur contengono l'enunciazione dei suoi principi sull'arte, conservano un tono discorsivo, che scompare definitivamente con Boileau, lasciando il posto a severe preoccupazioni morali e didascaliche. Ancora molto diffuso nel sec. XVIII, il genere fu ampiamente praticato da quasi tutti i poeti, tra cui emerge per varietà di toni e contenuti il solo Voltaire.