entèllo
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sm. [sec. XIX; etim. incerta]. Nome comune della specie Presbytis entellus, primate della famiglia dei Cercopitecidi, detta pure langur comune, hanuman e scimmia sacra dell'India. Lungo oltre 160 cm, di cui più della metà di coda, ha lungo pelo bianco-giallognolo o grigio chiaro, su cui spiccano faccia, mani e piedi nerastri; sul capo il pelo forma una sorta di visiera. Pur essendo arboricolo, l'entello sta sovente sul terreno, presso i villaggi e le città, dove è oggetto di venerazione da parte degli indù. È diffuso con diverse sottospecie in Tibet meridionale, Nepal, India e Ceylon.
Entello (Presbytis entellus).
De Agostini Picture Library/P. Jaccod
Etologia: il branco
L'entello vive in regioni caratterizzate da lunghe stagioni secche, che supera nutrendosi di grandi quantità di vegetali, quali frutti, foglie e germogli. I branchi di entelli vivono in zone alberate e sugli alberi trascorrono la notte e trovano rifugio; sono formati da poche unità fino a parecchie decine di individui. Nei branchi più grandi ci sono da 2 a 5 femmine per maschio adulto. Pochi maschi adulti sono solitari; per contro i maschi subadulti e adulti possono formare bande unisessuali di una decina di individui, fra loro gerarchizzati. Variazioni nella composizione dei branchi possono avvenire sia per suddivisione di gruppi molto numerosi, sia per intrusione di maschi di bande unisessuali in gruppi eterosessuali con un solo maschio adulto, che può essere facilmente vinto da un attacco collettivo. Il nuovo capo del gruppo eterosessuale, comunque, generalmente finisce con l'allontanare i suoi compagni e alleati. Tutte le femmine del branco restano con il nuovo maschio, spesso abbandonando i figli più grandi che, insieme ai maschi subadulti, andranno a costituire una banda unisessuale. Non è raro, in questi casi, che il nuovo maschio uccida i piccoli ancora in compagnia delle madri, diminuendo il successo riproduttivo del predecessore. Pertanto l'abbandono dei figli da parte delle madri è in qualche misura protettivo per essi, che potranno essere difesi da altri individui. Ogni branco si muove entro i confini di un'area familiare della quale occupa più frequentemente una o più parti centrali ricche di alberi, anche se presso i luoghi di abbeverata, nella stagione piovosa, le aree familiari di diversi branchi possono sovrapporsi. I gruppi di soli maschi possiedono aree familiari sovrapposte a quelle dei gruppi eterosessuali, ma si tengono in genere separati dai gruppi misti ed eventualmente sono scacciati da questi. Nei gruppi più grandi esistono in genere uno o più maschi di elevata posizione gerarchica.
Etologia: l'aggressività
Fra gli entelli sono frequenti le interazioni aggressive fra maschi adulti e subadulti, che stazionano normalmente alla periferia del branco, anche se spesso i maschi subadulti evitano la vicinanza dei dominanti. Più rari sono gli episodi di aggressione fra maschi e femmine adulti. In genere la lotta vera e propria fra maschi è preceduta da una serie di esibizioni di minaccia di intensità crescente, quali lo sguardo fisso, colpi sul suolo, accenni a balzi, morsi a vuoto, colpi singoli. Parimenti le esibizioni di sottomissione sono anch'esse di vario grado di intensità, dal volgere altrove lo sguardo, a smorfie con la bocca e la lingua, che viene rapidamente protratta e retratta, all'esibizione del posteriore, all'allontanarsi tranquillamente, fino alla fuga precipitosa.
Etologia: vita sociale
La pulizia del pelo è frequente fra maschi e femmine adulti, che inoltre la effettuano sui giovani senza reciprocità. La maggiore attività di pulizia reciproca si svolge fra le femmine di tutte le età e i piccoli; nell'ambito di queste categorie l'aggressività è praticamente nulla. Le femmine si prestano frequentemente i piccoli a vicenda. I giovani maschi tendono spesso ad accostarsi agli adulti, mentre gli adulti rispettano le distanze individuali, sicché, in caso di pericolo, ogni individuo cerca scampo sugli alberi autonomamente invece di cercare la protezione dei maschi più forti. Sugli alberi, tuttavia, gli entelli emettono forti grida concitate che spingono il branco in fuga mantenendone la coesione. Le attività sessuali impegnano gli entelli poco frequentemente. Le femmine esibiscono la loro ricettività recandosi presso il maschio mentre scuotono il capo e rivolgendogli la schiena, con la coda abbassata al suolo; il maschio si interessa sessualmente alle femmine solo in questi periodi e si accoppia al culmine dell'estro. La maternità e l'allevamento della prole inibiscono l'estro, sicché le femmine tornano a essere recettive solo dopo che i figli hanno acquistato la completa indipendenza. Di conseguenza i parti avvengono ogni due anni circa.