ematùria
sf. [sec. XVIII; da emato-+ -uria]. Presenza di sangue nelle urine. Può essere indice di glomerulonefrite, cistite, tubercolosi, tumori del rene, alterazioni infiammatorie o neoplastiche della vescica e della prostata. Quando è macroscopica è evidenziabile a occhio nudo per il colore rosso che il sangue impartisce alle urine. In questo caso le ematurie si distinguono in uretrali, vescicali e renali ed è possibile determinarne l'origine grazie alla prova dei tre bicchieri. Facendo eseguire la minzione in tre calici differenziati, l'ematuria è di origine uretrale se presente solo nel primo calice, vescicale se presente nel secondo calice, renale se presente in tutti e tre. L'ematuria microscopica non è invece visibile a occhio nudo e va invece ricercata con l'esame del sedimento urinario. Può rappresentare il sintomo residuo di un'ematuria macroscopica oppure può indicare una patologia dell'apparato urinario (glomerulonefriti acute o croniche, cistopieliti, rene da stasi ecc.). L'ematuria va distinta dall'emoglobinuria e può essere anche simulata dall'eliminazione urinaria di determinati farmaci che conferiscono all'urina colore rosso. Tra questi vanno segnalati i glucosidiantrachinonici contenuti per esempio nel rabarbaro, nella senna, nella cascara, nell'aloe, la rifampicina, alcune vitamine del complesso B, la fenolftaleina e i purganti strutturalmente simili a questa.