eczemàtide

sf. [da eczema]. Termine con il quale si indica una serie di particolari manifestazioni eritemato-squamose che interessano la cute. L'eziologia e la patogenesi delle eczematidi non sono ancora state esattamente stabilite. L'ipotesi più probabile è che rappresentino una forma particolare, abortiva, di eczema microbico, indotta da una sensibilizzazione della cute verso piococchi (e anche funghi), o prodotti della loro disgregazione, che origina da una lesione cutanea primaria o da un focolaio latente (tonsillite, appendicite cronica, colecistite, ecc.). Dal punto di vista clinico si differenziano: eczematidi pitiarisiformi, con desquamazione di tipo furfuraceo senza untuosità, la cui localizzazione al cuoio capelluto presenta chiazze squamose di estensione variabile; eczematidi psoriasiformi, con macchie cutanee arrossate, non precisamente definite, con squame piuttosto grasse, soprattutto riscontrabili sul cuoio capelluto, nelle pieghe ascellari e in quelle inguinocrurali; eczematidi seborroidi, con piccole macchie rosate o rosse, squame giallastre, localizzate prevalentemente allo sterno, nella zona interscapolare e sulla linea limite del cuoio capelluto nelle regioni frontale e temporale. La terapia delle eczematidi nel periodo acuto prevede l'uso di pomate a base di ittiolo, soluzioni acquose o alcoliche di coloranti anilinici. Per la terapia di ordine generale si usano fleboclisi con soluzioni di cloruro di calcio o iposolfito di sodio. Nei casi in cui le eczematidi siano indotte da un processo focale latente si deve procedere all'eliminazione di quest'ultimo.

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