dinamite
sf. [sec. XIX; francese dynamite, risalente al greco dýnamis, forza]. Miscela esplosiva inventata da A. Nobel (1867), costituita dal 75% di nitroglicerina e dal 25% di farina fossile, intimamente mescolati e pressati. Attualmente il termine dinamite designa ogni esplosivo da mina ad alto potenziale, costituito da nitroglicerina e da una sostanza assorbente che ne diminuisce la sensibilità all'urto. Le dinamiti si distinguono in dinamiti a base attiva e dinamiti a base inerte rispettivamente se la sostanza assorbente partecipa o non partecipa alla reazione esplosiva. Le dinamiti più usate sono quelle a base attiva, di solito cotone collodio, nitroderivati aromatici, clorati e nitratiinorganici. Il tipo più potente è la cosiddetta gelatina gomma, formata da 93 parti di nitroglicerina e 7 parti di cotone collodio che sciogliendosi nella nitroglicerina dà origine a una sostanza plastica e gelatinosa di aspetto gommoso. Se la nitroglicerina è costituita in parte da nitrato di sodio o da sostanze analoghe si hanno le dinamiti gelatine. § In diritto, la fabbricazione, la detenzione e l'acquisto di dinamite o di altre materie esplodenti, allo scopo di attentare alla pubblica incolumità, sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni. Il reato sussiste anche se oggetto della detenzione, dell'acquisto o della fabbricazione siano sostanze necessarie alla composizione degli esplodenti. § Dinamite permissibile, dinamite a base mista per uso specifico da miniera di composizione tale che la massima temperatura di esplosione e la sua relativa durata siano inferiori alla temperatura e al tempo necessario all'innesco della miscela esplosiva aria-polvere di carbone o aria-metano. Un tipo molto usato è costituito dal 15% di nitroglicerina, 50% di bicarbonato di sodio e 35% di cloruro di sodio.