cristallo di ròcca
varietà incolore, limpida e purissima di quarzo, detta anche quarzo ialino. In Italia begli esemplari provengono dalla zona di Carrara. § Per la sua assoluta trasparenza, compattezza e mancanza di colorazione trovò largo impiego tanto come gemma (sino dai tempi preistorici) quanto nella produzione di oggetti d'uso intagliati e incisi . La lavorazione si diffuse particolarmente in area mediterranea (ma anche nell'Estremo Oriente), limitandosi, dopo l'epoca carolingia, quasi esclusivamente all'area orientale, con centro in Bisanzio, e alle città islamiche come, per esempio, Alessandria. Nel sec. XIII si riprese a lavorarlo anche in Occidente, e Venezia ne divenne uno dei principali centri di lavorazione e di esportazione. Il cristallo di rocca trovò il suo impiego più esteso e i risultati qualitativi migliori in Italia fra Rinascimento e Barocco, quando artisti come V. Belli, Giovanni dei Bernardi, A. Fontanarachi, i Miseroni produssero molte opere notevolissime. L'arte del cristallo di rocca cadde gradatamente in disuso sul finire del sec. XVII, in seguito all'introduzione del vetro piombico, noto come cristallo.