collargòlo
Redazione De Agostini
sm. [sec. XX; da colloidale+argento]. Argento allo stato colloidale che si ottiene per precipitazione del nitrato d'argento con solfato ferroso ammoniacale in presenza di citrato ammonico. Si presenta in granuli o lamelle di colore grigio scuro, poco solubili nell'acqua fredda. Le soluzioni acquose vengono stabilizzate per aggiunta di albumina. Da esse precipita l'argento metallico in seguito a trattamento con acidi o basi oppure per azione del calore. Il collargolo viene talora adoperato come disinfettante e antisettico della cute e delle mucose.