ciprèsso
(ant. cuprèsso), sm. [sec. XIV; latino cypressus, incrocio della forma più ant. cupressus con il greco kypárissos]. Nome comune usato per indicare la pianta arborea Cupressus sempervirens della famiglia Cupressacee, originaria dell'Asia occidentale, la cui diffusione in Italia risale all'epoca romana. È l'unica specie del suo genere naturalizzata nelle regioni del Mediterraneo, dove ne crescono due varietà: la forma selvatica, detta impropriamente cipresso femmina (varietà horizontalis) ha rami patenti senza punta e chioma irregolare, mentre quella derivata dalla coltura, nota come cipresso maschio (varietà pyramidalis), ha rami eretti molto aderenti al fusto, che formano una caratteristica chioma affusolata. La corteccia è fibrosa, finemente screpolata, grigio-bruna; le foglie piccole, color verde cupo, squamiformi, fittamente addossate e coprenti i rametti. I fiori sono unisessuati, entrambi sulla stessa pianta: quelli maschili in amenti gialli, terminali; quelli femminili grigioverdi, subglobosi; l'infruttescenza è legnosa e sferica (galbulo), contenente semi alati. Per quanto longevo (talvolta supera il millennio), il cipresso generalmente non si sviluppa oltre i 25 m d'altezza; è ottima essenza forestale, per quanto a lento accrescimento. La specie selvatica possiede fusti maggiormente sviluppati, per cui fornisce il legname migliore: questo è leggermente differenziato, omogeneo, duro, di colore giallo chiaro con durame fulvo, e contiene un'oleoresina che, oltre a conferirgli odore gradevole, lo rende inattaccabile dalle tarme e da altri insetti, per cui è di lunghissima durata; è anche di facile lavorazione e atto a una bella levigatura, per cui è sempre stato molto apprezzato per la fabbricazione di mobili, infissi, serramenti e travature. La specie coltivata dà legno in scarsa entità e di qualità più scadente, ma è molto decorativa e viene universalmente impiegata per abbellire i parchi e ornare i cimiteri. Già nelle civiltà greca e romana il cipresso è in relazione con i morti: secondo notizie date dal grammatico latino Servio, si appendevano rami di cipresso alla porta della casa in cui giaceva un morto. § Cipresso giapponese, pianta arborea (Cryptomeria japonica) della famiglia Tassodiacee, detta anche cedro giapponese, endemica del Giappone, dove rappresenta la conifera maggiormente diffusa. Assai longeva, raggiunge l'altezza di 60 m e ha tronco molto diritto, rastremato, ricoperto da corteccia fibrosa rosso-bruna, con rami verticillati orizzontali o penduli, che formano una chioma conica ristretta. Le foglie sono lesiniformi, piccole, persistenti, di color verde chiaro; i coni pure piccoli, globosi e solitari, formati da numerose squame. In Giappone,dove viene detta sugi, cresce fino a un'altitudine di 1600 m e fornisce legname leggero, durevole, di facile lavorazione, molto usato in falegnameria e nelle costruzioni. La varietà sinensis è molto diffusa nella Cina centrale e ha caratteristiche e impieghi analoghi. Ne esistono anche numerose forme coltivate, fra cui la varietà elegans, a chioma foltissima e foglie sottili, lunghe, rosso-bronzate durante la stagione fredda: è molto apprezzata nell'Europa temperata come pianta ornamentale. Per il cipresso australiano vedi Callitris.
Cipresso. Esemplare di Cupressus sempervirens.
De Agostini Picture Library/ 2 P
Cipresso. Particolare del ramo con i galbuli.
De Agostini Picture Library/G. Negri