captazióne
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sf. [sec. XIX; dal latino captatĭo-ōnis, da captāre, captare].
1) Raggiro con cui si induce qualcuno a fare testamento a proprio vantaggio.
2) Atto ed effetto del captare; cattura di acque. Più in particolare: A) assorbimento e accumulo di una sostanza da parte di un tessuto o di un organo (per esempio la captazione tiroidea dello iodio radioattivo, nella diagnosi delle affezioni tiroidee). B) Nelle telecomunicazioni, trasformazione dell'energia di un campo elettromagnetico in un segnale elettrico a radiofrequenza che si localizza ai morsetti dell'elemento captante o della linea di trasmissione di un'antenna.