capovaccàio

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Zoologia

sm. (pl. capivaccai) [capo-+vaccaio]. Uccello accipitriforme (Neophron percnopterus) della famiglia degli Accipitridi. Si tratta di un avvoltoio di modeste dimensioni, lungo fino a 65 cm e con 170 cm di apertura alare. Il suo aspetto è caratteristico: faccia nuda e giallastra, becco sottile, piumaggio, negli adulti, quasi completamente bianco, con remiganti nere. La distribuzione del capovaccaio è circummediterranea; ma la specie è presente anche in Africa e in Asia. In Italia questa specie era in passato comunissima, mentre oggi è diventata assai rara e localizzata in poche aree del centro e del sud.

Etologia

In alcuni Paesi dell'Africa il capovaccaio frequenta gli insediamenti umani, svolgendo un ruolo di spazzino generico e consumando una quantità di rifiuti urbani; si assembra soprattutto presso le sedi dei mattatoi, dove il becco relativamente sottile gli permette di utilizzare i minuti brandelli di carne che restano attaccati alle ossa avanzo di macellazione e, talvolta, si associa ai contadini nei campi, nutrendosi degli insetti disturbati dal loro lavoro. È dunque una sorta di commensale dell'uomo. Di taglia relativamente piccola, il capovaccaio ha un carico alare assai modesto, che gli consente di sfruttare le correnti ascensionali molto leggere del mattino; di conseguenza è uno dei primi avvoltoi a mettersi in volo durante il giorno e, quasi sempre, anche uno dei primi a scoprire gli avanzi del pasto di qualche predatore. Il volo a grandi spire si trasforma allora in un volo diretto alla carcassa e questo improvviso cambiamento ha ormai acquisito un significato di segnale per gli altri avvoltoi, che immediatamente si dirigono al luogo su cui il capovaccaio converge. Gli altri avvoltoi sono in genere più grandi e capaci di allontanare il capovaccaio dalla carcassa, ma il loro intervento non è in genere dannoso a questo uccello; infatti, se la carcassa è ancora relativamente sana, il capovaccaio non è di solito in grado di nutrirsene e deve aspettare necessariamente che gli avvoltoi più grandi e più forti la smembrino. Al termine anch'esso avrà la sua parte: in genere i brandelli più sottili trascurati dagli altri. In altre parole il capovaccaio costituisce con gli altri avvoltoi un'associazione interspecifica reciprocamente vantaggiosa. Sebbene ci si possa imbattere in raggruppamenti numerosi di capivaccai, questi non possono essere considerati comunque animali sociali: sia in città sia nei luoghi selvaggi, infatti, tali raggruppamenti sono semplici aggregazioni dovute all'assembramento presso i luoghi di alimentazione ma, al di là di questi casi, la convivenza sociale riguarda solo le coppie, che sono stabili e vivono alquanto separate le une dalle altre. Nella fascia tropicale il capovaccaio può nidificare in tutte le stagioni, ma le popolazioni africane più settentrionali alla fine dell'inverno compiono una migrazione verso N e nidificano nell'Europa mediterranea. Il nido, costruito in genere su un grande albero, ma anche su pareti rocciose, è un ammasso grossolano di materiali svariati, che le giovani coppie spesso accumulano su un vecchio nido di altri uccelli. Le coppie anziane, invece, ravviano i nidi degli anni precedenti. Il singolo uovo è incubato per circa 45 giorni dalla femmina, alla quale il maschio, che in questo periodo nutre la compagna sul nido, può dare occasionalmente il cambio. Il giovane completa il piumaggio e compie il primo volo a circa 4 mesi di età. Il capovaccaio è tra i pochi uccelli in grado di utilizzare utensili. Ha infatti imparato a rompere i gusci delle uova di struzzo o di altri uccelli colpendole con grosse pietre, che raccoglie con il becco e lancia sulle uova, finché queste non si rompono.

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