candeggina
sf. [da candeggio]. Nome commerciale della soluzione acquosa di ipoclorito di sodio, usata come candeggiante, e come efficace detergente igienico domestico. Il suo alto potere (alle diluizioni abituali) battericida, sporicida e fungicida – già messo in evidenza da R. Koch, lo scopritore del bacillo della tubercolosi – si rivela particolarmente utile nel clima caldo-umido, che favorisce le contaminazioni ambientali e del cibo da parte di microrganismi di origine fecale, come per esempio le salmonellosi, con ripercussioni soprattutto a carico dell'apparato gastrointestinale. L'innocuità per i tessuti organici dell'uomo dell'ipoclorito di sodio è dimostrata dalla clorazione dell'acqua per renderla potabile, precauzione igienica ampiamente diffusa nel mercato alimentare per il trattamento senza alterazioni organolettiche delle derrate. La candeggina agisce come antiinfettivo anche nel trattamento di stoviglie, biancheria e abiti usati da ammalati in casa o in ambito ospedaliero. Negli anni Ottanta del sec. XX le è stato riconosciuto anche un alto valore virucida a diluizioni di abituale uso domestico; va quindi considerata come prodotto igienico e non solo di candeggio.