calciferòlo
Indicesm. [da calcio+-fero+-olo1)]. Composto organico di natura sterolica, detto anche ergocalciferolo o vitamina D₂, del gruppo delle vitamine antirachitiche. Strutturalmente derivato del colesterolo, il calciferolo di formula
si forma per azione dei raggi ultravioletti su un precursore vitaminico, l'ergosterolo, contenuto nei vegetali e introdotto nell'organismo con gli alimenti. La denominazione di vitamina D₂ distingue il calciferolo dal colecalciferolo o vitamina D₃ e da altri due composti ad azione antirachitica (vitamine D4 e D5) che si formano rispettivamente per irradiazione del 22-diidroergosterolo e del 7-deidrositosterolo. Nella nomenclatura ufficiale manca la vitamina D₁, nome attribuito in origine a un fattore antirachitico risultato in seguito un miscuglio di ergosterolo e di lumisterolo (prodotto intermedio della biosintesi del calciferolo dall'ergosterolo). Il calciferolo puro è una sostanza bianca, cristallina, insolubile in acqua, solubile in alcol, negli oli e nei grassi. Ai fini di un equilibrato apporto di vitamine antirachitiche, la sintesi del calciferolo dall'ergosterolo per esposizione dei tegumenti ai raggi ultravioletti è meno importante della nutrizione con alimenti ricchi di vitamina D₃ (latte, uova, pesci, ecc.). È vero, d'altra parte, che il rachitismo è più comune nei Paesi scarsamente soleggiati, come per esempio nell'Europa centro-settentrionale, che nei Paesi caldi dell'Europa meridionale e dell'Africa dove, spesso, l'apporto vitaminico alimentare è molto modesto. La carenza delle vitamine del gruppo D provoca il rachitismo nell'infanzia e la osteomalacia nel soggetto adulto. Durante l'accrescimento il fabbisogno medio giornaliero è di circa 400-500 Unità Internazionali (1 U.I.=0,025 microgrammi di calciferolo). Nell'organismo il calciferolo favorisce l'assorbimento intestinale del calcio e del fosforo; promuove inoltre l'assorbimento del ferro e del cobalto. A causa della tendenza all'accumulo nel fegato e nel tessuto adiposo, il calciferolo viene spesso adoperato in terapia in dosi uniche molto elevate (600.000 U.I.) dette dosi urto, che garantiscono per vari mesi un adeguato livello vitaminico tessutale. L'iperdosaggio di vitamine D può essere molto dannoso, provocando aumento della calcemia, nausea, vomito e talora gravi turbe cardiache e renali.