bufaga
sf. [dal greco buphágos, che si nutre di buoi]. Denominazione comune delle due specie di Uccelli Passeriformi della famiglia degli Sturnidi (Bufagidi, secondo alcuni autori), appartenenti al genere Buphagus(Buphagus africanus, la bufaga dal becco giallo,e Buphagus erythrorhynchus, la bufaga dal becco rosso), che deriva dalla loro abitudine di posarsi sul corpo di Mammiferi erbivori per ricercarvi le zecche e altri Invertebrati parassiti. Proprie del continente africano, le bufaghe sono lunghe una ventina di centimetri e sono munite di un becco assai robusto; nel loro piumaggio predominano le tinte scure. § In etologia sembra che per le bufaghe la stretta simbiosi con i grandi Ungulati sia obbligata, cioè per alimentarsi esse non possono fare a meno dei loro ospiti. Le bufaghe si aggrappano ai mammiferi come i picchi sui tronchi degli alberi e li liberano dai parassiti annidati sotto la pelle, spesso aprendo con il becco le cisti formate dalle larve dei Ditteri Estridi, che provocano piaghe purulente, e talvolta ingerendo anche il sangue che esce dalle ferite. Sebbene il loro comportamento sia poco studiato, alcune osservazioni indicano che fra questi uccelli e i loro mammiferi si sia sviluppata qualche sorta di comunicazione. Speciali gridi di allarme delle bufaghe sono recepiti anche dai mammiferi e altre vocalizzazioni rendono questi propensi alle operazioni di ripulitura: le zebre, per esempio, assumono in risposta posizioni particolari che facilitano agli uccelli il raggiungimento delle parti più nascoste (fra le gambe, sotto la coda, ecc.); dal canto loro, i mammiferi, assumendo queste posizioni, stimolano le bufaghe alle operazioni di ripulitura. La simbiosi fra bufaghe e mammiferi erbivori può essere derivata da un'associazione iniziale più blanda, quale attualmente esiste fra diversi uccelli e grandi mammiferi. Per esempio, gli storni comuni (Sturnus vulgaris) e gli aironi guardabuoi (Ardeola ibis) spesso si associano alle mandrie al pascolo, camminando fra le zampe del bestiame, o posandosi su di esso, e nutrendosi degli insetti disturbati dalla mandria. Alcuni autori, però, considerano le interazioni tra bufaghe ed erbivori come una forma di parassitismo, più che di simbiosi, dal momento che le bufaghe spesso si nutrono della pelle e del sangue dei mammiferi anche in assenza di insetti parassiti.