botriocèfalo
sm. [sec. XIX; botrio-+cefalo]. Platelminto cestodeeucestode pseudofillideo (Diphyllobothrium latum) che, allo stadio adulto, è parassita dell'intestino dell'uomo e di altri mammiferi, dove può vivere anche 20 anni, raggiungendo una lunghezza anche di 2-10 m. È provvisto di 3000-4000 proglottidi. Dalle sue uova, una volta pervenute in acqua dolce, fuoriesce una larva ciliata (coracidio) che si insedia nel corpo di un copepode, trasformandosi in procercoide. Quando il copepode è ingerito da un pesce (per esempio, luccio, bottatrice, pesce persico), la larva, dopo aver abbandonato l'apparato digerente del nuovo ospite, va a insediarsi nella muscolatura o negli organi interni, passando allo stadio di plerocercoide. L'uomo si infesta ingerendo pesci poco cotti contenenti la larva. Il botriocefalo può essere considerato cosmopolita, ma è più comune nell'America e nell'Europa settentrionali.