Turbellàri
sm. pl. [sec. XIX; dal latino turbellae, confusione, tumulto (con riferimento al vortice delle ciglia)]. Classe (Turbellaria) di Platelminti che include circa tremila specie prevalentemente acquatiche e bentoniche, sia marine che d'acqua dolce; annovera anche poche forme interstiziali, in genere molto piccole, e terrestri, relegate in ambienti molto umidi delle zone tropicali, che peraltro raggiungono le maggiori dimensioni (oltre 50 cm). I Turbellari strisciano sui substrati duri e strisciano o si seppelliscono in quelli sabbiosi. La locomozione avviene per movimenti ciliari nelle specie più piccole e per contrazioni muscolari della superficie ventrale nelle più grandi. I Turbellari hanno la parete del corpo ricca di cilia, microvilli e cellule ghiandolari e, quasi tutti, organi bastoncellari, detti rabditi, di funzione poco compresa. Formazioni cutanee indurite, come spicole o scaglie calcaree, fungono talvolta da elementi di sostegno; al di sotto della parete del corpo si estendono numerosi fasci muscolari (longitudinali, circolari, diagonali e dorso-ventrali). Ancora più in profondità sono contenuti i vari sistemi organici, circondati da un tessuto parenchimatoso che non lascia cavità all'interno del corpo. L'intestino, a fondo cieco, è variamente ramificato e mostra caratteristiche utili per la classificazione; alcuni Turbellari mancano tuttavia di una cavità intestinale permanente; la bocca è in genere accompagnata da un faringe talvolta semplice, talaltra pieghettato, muscoloso e normalmente protrusibile. I Turbellari si nutrono di piccoli organismi o di animali in disfacimento; alcuni sopportano bene digiuni prolungati, mantenendosi in vita a spese dei propri tessuti. Parassitismo e commensalismo non sono rari. Il sistema nervoso è costituito, nelle specie più primitive, da un reticolo nervoso subepidermico accompagnato da sei o otto cordoni longitudinali privi di gangli che partono da un ammasso gangliare anteriore (cervello) e si commettono fra loro a vari livelli del corpo. Alcune specie possiedono una statocisti cerebrale. Nelle specie più evolute i cordoni nervosi sono di numero ridotto, ma il paio ventrale si è ispessito. Fossette pigmentate sensibili alla luce sono presenti in molte specie, in genere anteriormente ma anche lungo i lati del corpo. L'escrezione si compie attraverso un complesso sistema di protonefridi con cellule a fiamma, più sviluppati nelle specie di acqua dolce e spesso ramificati in tutto il parenchima del corpo. Mancano gli apparati respiratorio e circolatorio. La riproduzione asessuata è molto comune e avviene per divisione trasversale o per frammentazione; nel primo caso gli individui possono restare uniti e, in seguito a numerose divisioni, dare origine a catene di individui (zooidi); in connessione con tali modalità di riproduzione asessuata i Turbellari mostrano notevoli capacità di rigenerazione. La riproduzione sessuata è altrettanto comune; i Turbellari sono di regola ermafroditi e possiedono apparati riproduttori talvolta assai complessi; alcuni ordini, che si ritengono più primitivi, possiedono nella parte femminile soltanto gli ovari e i loro annessi (organizzazione arcoofora); altri, più evoluti, hanno specializzato alcuni ovari in vitellogeni e pertanto producono uova composte (organizzazione neoofora). I Turbellari praticano l'accoppiamento con fecondazione incrociata; in alcune specie l'immissione dello sperma avviene attraverso la superficie cutanea (inseminazione ipodermica); nelle specie prive di ovidotti le uova si liberano per rottura della parete del corpo. Alcune uova, dette subitanee, schiudono in tempi brevi, altre, dette durature, superano la stagione sfavorevole (sia quella fredda che quella arida) e schiudono al ripristinarsi delle condizioni ambientali più favorevoli. Si conoscono specie esclusivamente partenogenetiche. La classe dei Turbellari è suddivisa in due sottoclassi (Arcoofori e Neoofori) a loro volta suddivise in svariati ordini. Nei Neoofori le uova si sviluppano sempre direttamente in forme simili agli adulti, mentre negli Arcoofori, e in particolare nei Policladi, sono note forme larvali quali la larva di Müller e la larva di Götte. Gli ordini più rappresentativi sono gli Aceli, Rabdoceli, (suddivisi in quattro sottordini tra cui i Temnocefalidi), Tricladi e Policladi, .