biliare

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agg. [sec. XIV; da bile]. Relativo alla bile, prodotto dalla bile. § Vie biliari, l'insieme di canali che rappresentano l'apparato escretore della bile. Delle vie biliari fanno parte la rete dei condotti biliari interlobulari, i collettori biliari, il dotto epatico, il coledoco, il dotto cistico, la colecisti (fegato). § Cirrosi biliare, più frequente nelle donne, che origina primitivamente dalle vie biliari e che determina rapidamente ostruzione con ittero. È considerata una malattia autoimmunitaria di cui non è possibile ancora una cura radicale ma solamente un controllo dei sintomi mediante cortisonici e farmaci immunosoppressori. § Peritonite biliare, viene anche chiamata coleperitoneo. In genere dovuta a rottura per erosione o traumatica delle vie biliari extra-epatiche, lo spandimento di bile nel peritoneo (che colora in giallo-arancio e rende filante il versamento endoperitoneale) può anche verificarsi con colecisti integra per erosione strutturale della parete, sovradistesa da calcoli o digerita da reflussi di succo gastrico e pancreatico. Si tratta sempre di una complicazione grave per l'intensa azione irritativa dei sali biliari. § Calcolo biliare, calcolo costituito da colesterolo, pigmenti biliari o altre materie organiche insieme a sali minerali; è situato nelle vie biliari o nella cistifellea o, raramente, nel fegato. § Colica biliare, colica determinata dalla migrazione lungo le vie biliari di un calcolo, oppure dall'infiammazione delle vie biliari. § Acidi biliari, composti chimici del gruppo degli steroidi, contenuti nella bile sotto forma di sali. Il più importante, e il più abbondante nella bile dell'uomo e degli altri mammiferi, è l'acido colico

Nella bile umana l'acido colico è accompagnato da quantità minori di acido desossicolico, che da esso differisce per essere privo del gruppo OH in posizione 7, e di acido litocolico, privo di tale gruppo OH, e inoltre di quello in posizione 12. Nella bile di altri mammiferi, degli uccelli, ecc. si rinvengono, accanto all'acido colico, altri acidi che differiscono dal desossicolico per presentare un ossidrile, anziché in posizione 7, in altra posizione, mentre è sempre presente quello in posizione 3. Gli acidi biliari (acido chenodesossicolico e ursodesossicolico) vengono utilizzati nella terapia medica della calcolosi, essendo in grado di provocarne gradualmente la dissoluzione (bile), specie nel caso di piccoli calcoli ancora non calcificati. Soprattutto vengono disciolti gli addensamenti filiformi (micelle) che precedono la calcolosi biliare. I calcoli calcificati rispondono invece bene al litrotitore a ultrasuoni § Pigmenti biliari, sostanze organiche tetrapirroliche contenute ed escrete nella bile. § Sali biliari, componenti sterolici della bile. I sali biliari aumentano nel sangue in caso di ostruzione biliare con ittero e sono responsabili del prurito che accompagna tutte le forme morbose in cui è alterato il deflusso biliare nell'intestino.

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