basilisco
Indicesm. (pl. -chi) [sec. XIV; dal greco basilískos, propr. reuccio].
1) Rettile sauro (genere Basiliscus) oviparo della famiglia degli Iguanidi, sottofamiglia dei Basilischini, secondo le classificazioni tradizionali, mentre appartenente alla famiglia dei Coritofanidi, secondo quelle più moderne ma non ancora accettate unanimamente nella comunità scientifica. La specie più nota è Basiliscus basiliscus, propria dell'America centrale; può superare i 70 cm di lunghezza ed è munita di una coda che, da sola, rappresenta ca. i 2/3 dell'intero corpo. La colorazione dell'animale mostra una prevalenza delle tinte brune e verdi, con piccole macchie chiare. Il basilisco (soprattutto il maschio) è reso inconfondibile dalla presenza, sul capo, di una specie di elmo cartilagineo, nonché di una cresta dorsale sostenuta da raggi cartilaginei, che l'animale può rizzare o ripiegare a volontà; una seconda cresta, simile alla prima ma meno alta, sormonta parte della coda. Fornito di lunghe zampe con dita sottili e munite – quelle degli arti posteriori – di una lobatura cutanea, il basilisco è in grado di arrampicarsi agilmente sugli alberi, di saltare, di correre con grande velocità e, all'occorrenza, di nuotare. Eccezionale è la sua capacità di correre rapidamente, senza affondare, sulla superficie dell'acqua, seppure per brevi tratti e questa capacità gli ha valso il nome popolare di “lucertola Cristo”. Le altre specie di basilisco sono Basiliscus vittatus, Basiliscus galeritus e Basiliscus plumifrons, anch'essi dell'America centrale.
2) Animale fantastico considerato il re dei serpenti e di tutti gli esseri viventi a eccezione dell'uomo. Plinio lo descrive come un serpente con una corona d'oro; nel Medioevo l'immagine si complica: è un animale mostruoso (corpo di gallo con una corona, ali di drago, becco d'aquila e coda di lucertola), nato da un uovo deposto e covato da un gallo di sette anni. Secondo le credenze antiche, l'alito e lo sguardo del basilisco erano letali.