balèstra
IndiceLessico
sf. [sec. XIII; latino ballista, nel latino tardo ballistra].
1) Antica arma da getto derivata naturalmente dall'arco.
2) Tipo di molla (detta anche molla a balestra) costituita da più lamine (foglie) di lunghezza decrescente, sovrapposte e strette, fra loro, da staffe, lavorante a flessione. È usata soprattutto sui veicoli (vedi molla e sospensione).
3) Nella tecnica tipografica, tipo, non più in uso, di vantaggio con tavola scorrevole fra i listelli,
usato per composizioni di grande formato.
4) Robusta leva impiegata nella fase iniziale del varo di una nave per spingere l'invasatura, vincendo l'attrito di primo distacco.
Balestra. Il martirio di S. Sebastiano di Luca Signorelli, particolare (Città di Castello, Pinacoteca Civica).
De Agostini Picture Library / A Dagli Orti
Armi
La balestra è essenzialmente costituita da un corto arco fissato all'estremità di una sbarra di legno detta cassa o teniere, successivamente sagomata a forma di calcio per facilitare l'impugnatura e il tiro. Nella parte superiore della cassa è ricavata una scanalatura destinata a contenere e guidare la freccia, mentre la corda viene trattenuta da una noce comandata da una manetta o, in epoche successive, da un grilletto come nelle armi da fuoco. La balestra utilizzava frecce a sezione quadrata, dette quadrelle, o, più comunemente, dei corti dardi detti bolzoni, molto pesanti e muniti di punta metallica. Nelle prime balestre l'arco era costituito da sottili lamine di corno incollate e la corda era ricavata da tendini intrecciati. Nel 1400 fu introdotto l'arco d'acciaio. La corda era di canapa, fortemente ritorta e impregnata di cera e sego per renderla insensibile all'umidità. La forza necessaria a tendere l'arco era in genere tale da rendere impossibile il diretto armamento manuale della balestra. Furono pertanto ideati vari congegni, la cui applicazione determinò il tipo e le caratteristiche d'impiego della balestra. Con quella a staffa, il balestriere teneva l'arma a terra con un piede e agganciava alla corda una catenella collegata alla cintura; rialzandosi di scatto, tendeva l'arco con un colpo di reni. La balestra a leva invece si armava usando una leva a snodo che veniva agganciata a due attacchi laterali del teniere; a causa del peso e dell'ingombro della leva, questo tipo di balestra era usato prevalentemente in postazioni fisse. Di concezione molto più complessa era la balestra ad argano, dotata di un complicato sistema di pulegge capace di tendere archi di grande potenza; di notevole peso, era essenzialmente un'arma da posta montata su cavalletto. Le balestre leggere di maggior pregio erano però quelle a martinetto, introdotte intorno al 1450. Grazie a questo congegno, con pochi giri di manovella si potevano tendere anche i più potenti archi d'acciaio. Le migliori balestre da caccia erano inoltre decorate con placche di avorio, intarsi e incisioni, spesso di notevole pregio artistico. Uno degli esempi più significativi è la balestra costruita nel sec. XV per Luigi XII di Francia da artigiani spagnoli e conservata all'Armeria di Vienna.