arterite (medicina)

. [sec. XIX; da arteria+-ite]. Ogni lesione infiammatoria ad andamento acuto o cronico di un'arteria, con modificazione dell'endotelio arterioso, che può generare l'occlusione vasale, con conseguente necrosi dei tessuti del distretto interessato. Le arteriti acute sono provocate da stati infettivi (tifo, setticemie) e sono caratterizzate da dolore, febbre, disturbi della sensibilità tattile e fenomeni di ischemia, soprattutto agli arti inferiori. Altre arteriti note sono: l'arterite centrale della retina, che può essere anche causa di cecità; l'arterite luetica, presente nel terzo stadio della lue (sifilide), a sintomatologia diversa a seconda del distretto colpito (cervello, coronarie, arti, ecc.); l'arterite necrotizzante o nodosa, sinonimo di periarterite nodosa; le arteriti obliteranti, periferiche e croniche, che si suddividono in giovanili (tromboangioite obliterante) e senili (arteriti aterosclerotiche e diabetiche); queste ultime sono caratterizzate da fenomeni aterosclerotici delle arterie con lesioni gravi della parete, dell'intima e della media; la sintomatologia comprende dolore, parestesie, claudicazione intermittente, modificazione del colore della cute; nei casi più gravi insorgono lesioni trofiche tessutali; l'arterite ombelicale, infiammazione settica dell'arteria ombelicale dei neonati; l'arterite temporale (o malattia di Horton), flogosi dell'arteria temporale, di causa sconosciuta, a decorso cronico o subacuto, che colpisce quasi sempre soggetti al di sopra dei 50 anni; è caratterizzata da cefalee, tortuosità nel decorso dell'arteria temporale, dolore locale e dolore facciale diffuso, anche con sintomi generali come febbre, astenia, anoressia, ecc.; è frequente l'amaurosi conseguente a nevrite ottica ischemica o a obliterazione arteriolare; la terapia è basata sulla somministrazione di cortisonici. In veterinaria, malattia virale propria del cavallo, caratterizzata da febbre, congiuntivite, rinite e anoressia; si riscontrano edemi sottocutanei in varie parti del corpo ed emorragie petecchiali sulle mucose e sulle sierose, patogeneticamente correlabili a lesioni necrotico-infiammatorie e trombotiche delle piccole arterie.

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