argo (chimica)
(anche àrgon), sm. [sec. XIX; dal greco argós, inerte]. Elemento chimico di simbolo Ar, peso atomico 39,948 e numero atomico 18. Venne scoperto nel 1894 da Lord Rayleigh e Sir W. Ramsay partendo dall'osservazione che l'azoto isolato dall'aria presenta una densità un poco maggiore di quella dell'azoto purissimo ottenuto per via chimica; la causa di tale differenza veniva individuata nella presenza, nell'azoto di origine atmosferica, di una piccola quantità di un altro gas, che veniva isolato attraverso un complicato procedimento di separazione. L'aria secca contiene lo 0,932% in volume e l'1,288% in peso di argo. Con l'elio, il neo, il cripto, lo xeno e il rado, l'argo forma il gruppo dei gas nobili; è totalmente inerte dal punto di vista chimico e non dà luogo ad alcun composto vero e proprio ma solo a qualche prodotto di addizione come l'esaidrato Ar ∤ 6H₂O stabile solo a temperatura molto bassa e sotto pressione. Industrialmente l'argo viene ottenuto quale sottoprodotto del frazionamento dell'aria liquida e inoltre dai gas di riciclo degli impianti per la produzione di ammoniaca sintetica, nei quali si accumula. Quantità notevoli di argo si usano, in miscela con l'azoto, nel riempimento delle lampadine a incandescenza: è infatti chimicamente più inerte dell'azoto e presenta una conducibilità termica minore. L'argo si usa inoltre come atmosfera inerte nella metallurgia e nella saldatura di alcuni metalli, come per esempio il titanio, che ad alta temperatura si combinano anche con l'azoto.