antinevràlgico

agg. e sm. (pl. m. -ci) [anti-2+nevralgico]. Farmaco, detto anche antialgico, che svolge attività antidolorifica agendo con effetti deprimenti sui centri nervosi meso-diencefalici. Tali strutture sono contigue ai centri regolatori della temperatura corporea, che costituiscono spesso un secondo punto d'attacco delle sostanze antinevralgiche. Gli antinevralgici sono perciò generalmente classificati e descritti tra i farmaci che riducono la temperatura febbrile (antipiretici). In realtà hanno azione antinevralgica soltanto gli antipiretici che agiscono con meccanismo centrale, e in particolare i pirazolonici (piramidone, antipirina, fenilbutazone), i salicilici, la fenacetina, l'acetanilide, l'acido fenilchinolin-carbossilico. L'attività antinevralgica dei suddetti farmaci è piuttosto modesta e incostante, ma viene notevolmente potenziata in seguito alla loro associazione con caffeina e soprattutto con ipnotici della serie barbiturica. I composti di associazione tra barbiturici e piramidone prendono il nome di basi di Pfeiffer e sono caratterizzati da un notevole effetto antinevralgico oltre che da una soddisfacente tollerabilità.

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