antiarìtmico

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agg. e sm. (pl. m. -ci) [da anti-2+aritmico]. Farmaco impiegato per eliminare o ridurre i disordini del ritmo e della frequenza cardiaci, quali extrasistoli, tachicardia parossistica, flutter e fibrillazione atriale, ecc. È detto anche antifibrillatore o cardiodepressore. I disturbi del ritmo cardiaco sono attribuiti a una variazione (rispetto alle condizioni normali) delle concentrazioni ioniche intra ed extracellulari. Gli antiaritmici sono in grado di modificare questa situazione patologica. Non si legano a uno specifico recettore, ma si accumulano nella membrana plasmatica. Ciò produce un'inibizione di alcune attività funzionali della membrana stessa e provoca modificazioni tali da variare il flusso ionico attraverso la membrana. La struttura chimica di base di un antiaritmico è stata così delucidata:

L'anello aromatico è essenziale perché deve conferire all'antiaritmico caratteristiche lipofile tali da farlo inserire nella membrana (la cui parte centrale ha proprie caratteristiche lipofile). La catena legata all'anello aromatico deve avere uno o più sostituenti (X e Y) polari in grado di legarsi ai gruppi polari delle proteine di membrana, mentre la parte terminale della catena deve portare un gruppo amminico che al pH fisiologico si comporta come catione. Questo perché deve interagire con i gruppi fosfato (anionici) dei fosfolipidi o delle proteine. Con queste caratteristiche l'antiaritmico è in grado di inserirsi nella membrana plasmatica alterandone le funzioni e ripristinando il giusto rapporto tra le concentrazioni di ioni interni ed esterni alla cellula. Le più recenti classificazioni dei farmaci antiarìtmici suddividono tali sostanze in base al meccanismo di azione. Tra i farmaci di maggior interesse terapeutico oltre alla chinidina, alla procainamide e alla ajmalina, sono entrati nella utilizzazione clinica farmaci dotati di maggiore specificità di azione e di minori effetti collaterali quali il propafenone e l'amiodarone. In relazione a specifiche aritmie vengono utilizzate altre sostanze con attività anche antiarìtmica quali i derivati digitalici, gli anestetici locali e i cationi magnesio e potassio.

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