allunàggio
sm. [sec. XX; da allunare]. Atto e tecnica del posarsi sul suolo lunare di una sonda automatica o di un veicolo spaziale abitato. Poiché sulla Luna manca l'atmosfera, l'allunaggio non può essere realizzato aerodinamicamente come sulla Terra, per cui il veicolo spaziale deve essere “frenato” mediante l'azione dell'apparato propulsore di bordo. Tale azione frenante è necessaria in quanto l'attrazione gravitazionale della Luna fa precipitare un veicolo in caduta libera a velocità d'impatto elevate, non inferiori a 2,3 km/s (oltre 8000 km/h): questa velocità minima d'impatto è eguale alla velocità di fuga dalla Luna. Per ragioni di economia di propellente, l'allunaggio non può essere effettuato a velocità molto basse: di norma a circa 20 km/h. Per tale motivo ogni veicolo spaziale deve essere munito di organi di appoggio (“zampe”) provvisti di molle e ammortizzatori. Il sistema molle-ammortizzatori deve essere dimensionato diversamente rispetto a quello di un corpo di pari massa che debba effettuare un atterraggio sulla Terra. Infatti, se nella prima fase di lavoro (smorzamento della velocità d'impatto) le condizioni sono le stesse, dovendosi smorzare forze di origine inerziale, dipendenti soltanto dalla massa del corpo e dalla sua decelerazione, nelle fasi successive di “rimbalzo” le condizioni sono diverse, dipendendo le forze da smorzare dalla massa del corpo e dall'accelerazione di gravità lunare, inferiore a quella terrestre. Nella prima fase dell'esplorazione lunare si usò il termine di “allunaggio morbido” per indicare un allunaggio vero e proprio distinguendolo da un impatto a forte velocità contro il suolo lunare. Oggi il termine è decaduto. Il 13 settembre 1959 una prima sonda automatica creata dall'uomo impattò la Luna a forte velocità (Lunik 2, sovietico); il 3 gennaio 1966 si ebbe il primo “allunaggio morbido” (Lunik 9, sovietico); il 20 luglio 1969 scese sul suolo lunare il primo veicolo spaziale con astronauti a bordo (Apollo 11, statunitense) .