adattògeno
agg. [da adattare+-geno]. Si dicono farmaci adattogeni quelli capaci di rafforzare i poteri di resistenza aspecifica dell'organismo nei confronti degli agenti fisici (temperatura, radiazioni, pressione atmosferica), chimici (tossine di varia natura, ormoni) e biologici (sieri, microrganismi patogeni, neoplasie). Requisiti fondamentali delle sostanze adattogene sono: la natura aspecifica dell'azione, l'efficacia indipendente dalle condizioni dell'organismo, la limitata tossicità. Tali requisiti sono richiesti in relazione alla natura profilattica, oltre che terapeutica, del loro impiego. I narcotici, i ganglioplegici, le fenotiazine possono agire come adattogeni in quanto migliorano talora la resistenza organismica a deficit del circolo e dell'ossigenazione tessutale. Sono state evidenziate tipiche proprietà adattogene nel 2-benzil-benzimidazolo e nei principi attivi di numerose piante già ben note nella medicina popolare per le loro proprietà corroboranti e toniche. Dal ginseng (Panax ginseng), dall'Eleuthercoccus senticosus e da varie specie del genere Aralia sono state estratte e identificate varie sostanze glucosidiche dotate di un elevato potere adattogeno. Si ritiene che l'effetto adattogeno si realizzi attraverso la parziale inibizione dei “campanelli d'allarme” che entrano in gioco nella prima fase della reazione organismica agli stress.