Taymur, Muḥammad
narratore e autore teatrale egiziano (Il Cairo 1892-1921). Nato in una famiglia di notevole tradizione culturale, è considerato uno dei fondatori della letteratura araba moderna, nella quale, staccandosi dalla tradizione classica, introdusse il realismo. È autore di lavori teatrali (L'uccello in gabbia, Abd as-Sattar Effendi, L'abisso) e di una raccolta di novelle (Ciò che vedono gli occhi) apparsa postuma (1927). Il fratello Maḥmud fu autore teatrale e narratore (Il Cairo 1894-1973). Tentò con successo la novella, guadagnandosi l'appellativo di “Maupassant” egiziano, nella quale rispecchiò la società egiziana contemporanea con acutezza e humour vivaci (Lo sheikh Giuma e altri racconti, 1925; L'amore di Sami, 1938; Il sensale della morte, 1951) e il romanzo (Il richiamo dell'ignoto, Salwa nel soffio del vento, Cleopatra a Khan Khalili, Arrivederci amore), drammi storici (Ibn Giela). Fu autore anche di drammi e commedie a carattere sociale e psicologico (Il rifugio n. 13, Menzogne su menzogne, I falsari). Particolarmente felici sono le sue descrizioni di personaggi e ambienti popolareschi, che molta influenza hanno esercitato sugli autori arabi contemporanei.