Taso
isola greca (378,84 km²) del mar Egeo, presso la costa sudorientale della Macedonia, da cui la separa lo stretto omonimo. Amministrativamente compresa nel nomós di Kavála, è posta di fronte alla foce del fiume Mesta e chiude a SE il golfo di Kavála; ha forma rotondeggiante, con coste in prevalenza alte e articolate, e culmina a 1203 m nel monte Hypsárion. L'agricoltura (tabacco, uva, olive), la pesca, lo sfruttamento del sottosuolo (ferro, zinco) e il turismo costituiscono le risorse economiche della popolazione. Centri principali sono Taso (3339 ab., stima 2005) e Limenaria. In greco, Thásos; in turco, Tasoz. § L'isola ricevette, agli inizi del sec. VII a. C., uno stanziamento di coloni Parii che vi impiantarono la coltura della vite e sfruttarono le miniere d'oro sia nell'isola sia nel continente, sotto il monte Pangeo. Entrata nella Lega di Delo, ne uscì nel 465 proprio a causa dell'oro del Pangeo di cui Atene voleva impadronirsi. Costretta a forza a rientrare nell'alleanza dopo 3 anni di guerra, vi rimase fino alla fine della guerra del Peloponneso e fece poi parte anche della seconda lega ateniese del 378-377, fino alla conquista macedone. § Scavi francesi hanno messo in luce le poderose mura marmoree (dal sec. VI a. C. all'età ellenistica) con molte torri e con porte ornate da rilievi. Sull'acropoli, andato distrutto il tempio di Apollo Pizio, sono stati esplorati il santuario di Atena e il piccolo santuario rupestre di Pan. Nell'area urbana sono il teatro, l'odeon e diversi santuari, tra cui quello arcaico di Eracle, con il successivo tempio ionico del sec. V a. C., altri edifici del sec. IV e il tempio di Dioniso. Tra il sec. IV a. C. e il I d. C. trovò la sua sistemazione la grande agorá, con portici su tre lati e monumenti sacri e onorari (cosiddetto tempio di Zeus Agoráios, altare di Teogene, heróon di Lucio Cesare, nipote di Augusto). Le necropoli sono lungo la costa, oltre il perimetro delle mura urbane. Statue, rilievi e altri materiali archeologici sono raccolti nel Museo locale.