Tannhäuser
(in medio alto tedesco Tanhûser). Poeta tedesco (ca. 1205-ca. 1270), originario della Baviera o della Franconia; fu crociato con Federico II, poi alla corte d'Austria e di Baviera. È autore di canti, in buona parte parodistici, e di Sprüche. Essendo stati tramandati sotto il suo nome una serie di canti penitenziali, nella tradizione popolare del Trecento divenne protagonista della leggenda del cavaliere-poeta attratto da Venere e di molte ballate sullo stesso tema. Il perdono miracoloso ottenuto da Tannhäuser dopo un pellegrinaggio a Roma e un sincero pentimento non giovano a salvarlo dalla rinnovata tentazione ed egli scomparirà così per sempre nel magico Monte di Venere. § Il tema fu ripreso da H. Sachs, L. Tieck, H. Heine, E. Geibel, J. N. Nestroy (in parodia) e infine da R. Wagner nell'opera omonima in tre atti, su libretto proprio, rappresentata a Dresda il 19 ottobre 1845. Sulla prima versione Wagner operò modifiche e aggiunte per la rappresentazione di Parigi del 1861. Ispirandosi liberamente alle leggende medievali riguardanti il Minnesänger Tannhäuser e la gara dei cantori sulla Wartburg, Wagner ripropose il tema della redenzione attraverso l'amore (Tannhäuser sarà salvato per l'amore di Elisabetta) e delinea nella figura del protagonista un conflitto tra amore sensuale e spirituale, tra bellezza e purezza, incarnati nelle figure di Venere (che Tannhäuser lascia all'inizio dell'opera) e di Elisabetta. Musicalmente l'opera, pur rivelando forti influenze di K. Weber e conservando non pochi elementi del grand-opéra, rappresenta uno degli esiti più originali e significativi del giovane Wagner: in molte pagine gli aspetti più personali della sua concezione matura emergono con compiuta chiarezza.