Solimèna, Francésco
Indicepittore italiano (Canale di Serino, Avellino, 1657-Barra, Napoli, 1747). Allievo di F. De Maria e del padre Angelo, col quale inizialmente collaborò (Visione di San Cirillo di Alessandria, Solofra, San Domenico), subito si distinse per la potenza dell'invenzione e l'impeto barocco. A Napoli, dove si trasferì nel 1674, conobbe la pittura di G. Lanfranco, di L. Giordano e di M. Preti, che lo sollecitarono a nuove esperienze; le trasparenti luminosità del primo, il colore e il naturalismo del secondo, i potenti contrasti e il fare tenebroso del terzo riaffiorarono di volta in volta nell'opera di Solimena rielaborati in una sintesi originalissima e sempre sostenuta da un vigoroso estro fantastico, che fece di lui il massimo decoratore della Napoli settecentesca. La sua scuola ebbe largo seguito nella città natale e non fu priva di echi in Italia e segnatamente nell'ambito della pittura veneziana. Dagli affreschi del Gesù Nuovo (1677) e di San Giorgio a Salerno (1680) alla decorazione del coro di Santa Maria Donnaregina a Napoli (1683-93) l'invenzione si esprime attraverso toni luminosissimi e vivaci; più evidente l'approfondimento della formula di Preti in alcune pale dello stesso periodo (Miracolo di San Giovanni di Dio, Napoli, Ospedale di Santa Maria della Pace). Nell'attività successiva Solimena alternò a brani di altissima qualità pittorica (Giuditta, Debora e Barac, Cornigliano-Genova, collezione privata) composizioni complesse che sfiorano il virtuosismo (1715-17; tele per la Sala del Senato di Genova, di cui restano solo i bozzetti alla Galleria Nazionale di Capodimonte, Napoli) e opere di programmatico purismo, per riapprodare nelle ultime tele storiche e allegoriche e nei ritratti a un tenebroso piglio barocco.
Bibliografia
R. Causa, Pittura Napoletana dal XV al XIX secolo, Bergamo, 1957; N. Di Carpegna, Pittori napoletani del Seicento e del Settecento, Catalogo della Mostra, Roma, 1958; F. Bologna, Francesco Solimena, Napoli, 1959; R. Middione, B. Daprà (a cura di), Realtà e fantasia nella pittura napoletana dal XVII al XIX secolo, Napoli, 1987.