Scanderbeg, Giórgio Castriòta, detto-
principe albanese (Krujë ca. 1400-Lezhë 1468). Figlio del principe Giovanni, fu educato nella religione islamica alla corte di Murād II. Divenuto un abile capitano, prese parte a numerosi fatti d'arme contro Serbi, Ungheresi, Veneziani ecc. tanto da meritarsi il titolo di Iskander Beg (principe Alessandro, con riferimento ad Alessandro Magno). Ma dopo la vittoria dei cristiani a Niš (1443) abbandonò l'esercito turco e abiurò l'islamismo per dedicarsi alla liberazione della sua patria. Conquistata Krujë, ne fece la capitale della rivolta antiturca delle genti albanesi. Con l'aiuto veneziano e napoletano (peraltro assai modesto) riuscì per oltre un ventennio a tenere a bada e spesso a sconfiggere i potenti eserciti ottomani agli ordini di Murād II e di Maometto II e fu nominato da papa Callisto III capitano generale. Nel 1461 Maometto II lo riconobbe principe di Albania e di Epiro. Nel 1464, però, la guerra si riaccese. Venuta meno la possibilità di un più consistente aiuto tramite una crociata, fu costretto nel 1466 a venire a patti con il sultano. Alla sua morte lo spirito di rivolta albanese si spense. § La figura di Scanderbeg assunse connotazioni leggendarie ed entrò nella letteratura e nel folclore albanese e di tutta l'area balcanica, ispirando numerosissime opere in lingue diverse. Tra le opere in versi si ricordano il poema Scanderbeide (1623) di M. Sarrocchi, il poema Scanderbeg il disavventurato (1872-74) dell'italo-albanese G. De Rada, La storia di Scanderbeg dell'albanese N. Frashëri; tra le opere teatrali: El principe Escanderbegh (1627) di L. de Vega, Scanderbeg (1718) di A. Salvi, Scanderbeg, tragédie lirique di A. Houdar de la Motte.