Sardi
IndiceStoria
(greco Sárdeis o Sárdis; in latino Sardes). Antica città dell'Asia Minore, nella Lidia, alla confluenza dei fiumi Ermo e Pattolo, ca. 50 km a E dell'odierna Manisa, dove sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti all'Età del Bronzo. Nei sec. VII e VI divenne famosa come capitale ricchissima, specie durante il regno di Creso (560-546 a. C.). Conservò tutto intero il proprio prestigio anche sotto gli Achemenidi.
Nel 334 a. C. fu espugnata da Alessandro Magno. In età ellenistica fu dei Seleucidi, poi degli Attalidi, per passare al regno di Pergamo (189 a. C.) ed essere infine compresa nella provincia romana d'Asia (133 a. C.). Distrutta da un terremoto nel 17 d. C., fu ricostruita e continuò a essere un centro fiorente sino all'inizio del sec. VII, quando fu assalita e distrutta da Cosroe II (615). Fu poi progressivamente abbandonata.
Archeologia
Scavi americani hanno messo in luce resti della città lidia nella valle del torrente aurifero Pattolo che secondo Erodoto attraversava l'agorá; qui si trovano anche i resti persiani ed ellenistici. La città romana sembra fosse disposta lungo una grande strada colonnata. Importanti soprattutto i resti del tempio di Artemide, eretto da Creso e riedificato in età ellenistica, del tempio di Cibele, di un ginnasio includente una sinagoga, dello stadio, del teatro e di diverse terme. Restano anche alcune chiese cristiane e avanzi del periodo bizantino e islamico.
A Bin Tepe, 5 km a N di Sardi, sul lago Gigeo, si trova la necropoli reale con oltre 100 tumuli, tra cui quello del re Aliatte (600 a. C.).