Russo, Alecu
letterato romeno (Kišinëv, Bessarabia, 1819-Iasi 1859). Di nobile e antica famiglia, studiò in Svizzera. Al ritorno divenne amico di V. Alecsandri che accompagnò nei suoi pellegrinaggi alla ricerca del canto popolare. Mandato in esilio a Soveja per pochi versi censurati di un lavoro teatrale, scoprì la famosa ballata popolare Miorita (L'agnellina). Dopo il fallimento della rivoluzione del 1848 si rifugiò in Transilvania e di qui a Parigi, dove visse accanto agli esuli romeni, specie ad Alecsandri e Bălcescu. Della sua generazione condivise gli ideali politici e letterari, pur rimanendo, per naturale modestia, nell'ombra. Il tradizionalismo letterario propugnato da Kogălniceanu ha in lui un appassionato teorico; il latinismo imperante nella lingua e nella scuola, un caustico avversario (Riflessioni, 1855); i costumi e l'ambiente della Moldavia, un osservatore fra i più acuti (Iati e i suoi abitanti, 1840). A Russo viene attribuito dai più (la polemica dura da oltre un secolo) il poema in prosa Il canto della Romania pubblicato anonimo nel 1850 in România viitoare a Parigi con prefazione di Bălcescu e nel 1855 in 6 numeri diversi di România literară da Alecsandri. Con tono e cadenze bibliche esso esalta la missione del popolo romeno e lo esorta al risveglio.